Prima Effe

NARRATIVA STRANIERA

IL DUELLO

“Napoleone I, la cui storia ebbe la qualità di un duello con l’Europa intera”: inizia così lo straordinario racconto di Conrad del 1908, Il duello. A questo inizio sulla figura di Napoleone, e sullo sfondo di una precisa scansione storica della vicenda narrata fatta di rimandi agli eventi cruciali delle guerre napoleoniche, fa seguito la vicenda molto privata, e molto misteriosa, di una serie di duelli, ossessivamente cercati e ossessivamente ripetuti, tra due ufficiali di cavalleria dell’esercito napoleonico

GLI ESCLUSI

Il romanzo Gli esclusi è un pugno ben assestato nello stomaco. Pubblicato nel 1980 e tradotto solo ora in italiano, narra le vicende di un gruppo di giovani senza bussola morale, violenti e cinici, cresciuti in una Vienna asfittica tra postnazismo e miracolo economico. I quattro ragazzi, due femmine e due maschi, di estrazioni sociali molto diverse, si prodigano in violenze malvagie e gratuite stile Arancia meccanica. Dalla descrizione di questa generazione perduta emerge, come nei libri di Thomas Bernhard, un quadro lucido e spietato di una società che non ha ancora fatto i conti con il passato, di un’Austria molto infelix.

LA VITA FELICE DEL CIARLIERO ZHANG DAMIN

Scritto dall’autore pechinese Liu Heng nel 1999, La vita felice del ciarliero Zhang Damin racconta la storia di un operaio, Zhang Damin, di cui snocciola una dopo l’altra le (dis)avventure, da quando ancora giovanotto prende il posto nella fabbrica di thermos in cui lavorava il padre, morto in un incidente sul lavoro a quando alla fine della storia viene improvvisamente licenziato dall’azienda ricevendo 700 thermos per liquidazione.

PHILIP ROTH
ROMANZI (1991-1997)

Il secondo capitolo della trilogia di “Meridiani” Mondadori dedicata a Roth contiene quattro romanzi pubblicati negli anni novanta, il periodo in cui lo stile e la voce di Roth raggiungono la piena maturità: non a caso, nella nota di cordoglio per la morte dello scrittore, il critico letterario Harold Bloom ha definito due di questi romanzi, "Il teatro di Sabbath" (1995) e "Pastorale americana" (1997), “le sue opere più grandi”

RICORDI DORMIENTI

“Risalire nel passato è molto romanzesco. È quasi come un enigma poliziesco: i ricordi sono andati in frantumi, i particolari non si collegano necessariamente gli uni agli altri.... È questo che mi ha sempre intrigato. È su questo che scrivo, libro dopo libro”. Così Modiano spiegava, in un’intervista a François Busnel del 2014, quel costante ricorso di temi, luoghi e personaggi che è la caratteristica più evidente della sua opera, il tratto che gli consente di portare avanti, attraverso una pratica personalissima della variazione, una ricerca di implacabile coerenza.

LEZIONI DI LETTERATURA

Nel leggendario corso di letteratura, Nabokov annuncia agli studenti: “Lo stile e la struttura sono l’essenza di un libro; le grandi idee sono risciacquatura di piatti”. Lontano dalle mode e politicamente scorretto come è sempre stato, lo scrittore che più ha influenzato la letteratura contemporanea ci offre, in queste lezioni in forma orale, una guida senza tempo all’arte del romanzo basata sugli appunti che prendeva nel prepararle, nei quali è
contenuta in nuce la sua
ars poetica (...). Leggendo queste lezioni, abbiamo il privilegio di entrare in quelle classi assieme ai fortunati studenti della Cornell nei rispettabili e dignitosi anni cinquanta. (...)

FRANKENSTEIN

Mary Godwin, figlia di Mary Wollostonecraft, autrice della prima dichiarazione dei diritti della donna aveva diciassette anni quando si rifugiò in Svizzera con Percy Bysshe Shelley, che abbandonava così definitivamente la moglie Harriet e i due figli. Il padre di Mary, il filosofo William Godwin, non solo 
non aveva approvato la
 relazione della figlia, ma l’aveva 
bandita dalla sua vista. 
Mary si ritrovò senza madre, senza padre e senza 
la figlia
 che era morta due settimane dopo la nascita, nel marzo del 1815. Nel gennaio del 1816 Mary aveva però messo al mondo un bimbo, William, sanissimo, ma che si era preso una tosse persistente: la “fuga” a Ginevra, nell’estate del 1816, aveva anche il vantaggio di portare il bambino in un luogo più salubre e dal clima più favorevole. Fu lì che Mary incominciò a scrivere Frankenstein.