Prima Effe

Bellismo

Gita estiva per incontrare Carmen

“Ci sono giornate indimenticabili, che lasciano un ricordo molto forte nella nostra memoria. Una di queste, per me è il 6 luglio 2019.

Sicuramente perché è stata una giornata davvero torrida, ma soprattutto perché con mia mamma e alcune amiche siamo andate all’Arena di Verona per assistere alla rappresentazione della Carmen di Bizet.

Siamo partite con un pullman turistico a due piani sullo stile “Amici della Lirica”. Inutile dire che l’età media dei passeggeri era abbastanza alta e io la abbassavo di brutto, “dall’alto” dei miei dodici anni!!

Purtroppo, però, l’opera non riesce a coinvolgere facilmente i giovani, anche forse per una certa diffidenza iniziale. In fondo, al di là del periodo storico delle vicende trattate, spesso davvero vetuste, si parla sempre di sentimenti e quelli, pur con il passare del tempo restano sempre attuali.

Ma si tende a considerare più cool giovanotti con capelli ossigenati che blaterano sfilze di frasi sulla vita, sull’amore e sul sesso.

In ogni caso anche se mi ritengo una normalissima ragazzina di questi tempi, e anch’io come tutti spazio dai social al pop, rap etc…, credo che la musica classica e l’opera abbiano un fascino molto particolare, perché anche se ci riesce più difficile identificarci con una pallida Violetta (protagonista della Traviata) o con una Mimì dalla gelida manina (protagonista della Bohème) l’emozione che trasmettono è davvero unica.

Il viaggio è stato abbastanza confortevole e ho approfittato per leggere il libretto tradotto in italiano che mia mamma aveva stampato appositamente per me  e la mia amica Viola. Arrivati sul posto, dopo aver divorato pizza e gelato siamo andati tutti all’assalto dei venditori dei cuscini “ricordo dell’Arena”. Questi cuscini sono necessari, perché le gradinate sono dure e soprattutto talmente infuocate dal caldo che la pietra ha assorbito tutto il giorno, che si rischierebbe non comprandoli, di ridurre il nostro “di dietro “ come un uovo in camicia!

Entrate nell’Arena dopo aver preso posto e regolato il binocolo “low cost” acquistato per pochi euro dalla guida con la speranza di strappare qualche espressione ravvicinata degli artisti durante l’esecuzione, è cominciata l’attesa. Ho pensato che bisogna proprio amarla l’arte per resistere al caldo in uno storico forno di pietra come era l’Arena di Verona quel giorno!!!

Alle 21.00 finalmente lo spettacolo è iniziato, tra i suoni meravigliosi di un’orchestra che possedeva ben cinque arpe (scusate ma sono di parte), le voci meravigliose dei cantanti, una scenografia affollata di personaggi e piena di colori. Così son trascorsi  ben quattro atti dell’opera, fino alla scena finale in cui Don Josè cerca di convincere Carmen a unirsi a lui, ma lei  rifiuta.

Rifiuta perché preferisce morire pugnalata da Don Josè, ma rimanere libera.

A quel punto la maggior parte delle persone esclama “ha fatto proprio bene Don Josè”…..e confesso anche io dentro di me l’ho pensato…

Lo ha sedotto col suo fascino da zingara, è perfino andato in prigione per averla fatta fuggire dopo l’arresto per aver litigato con una collega sigaraia, ha ignorato la madre malata e la sorella adottiva Micaela  …ed ora Carmen preferisce a lui il torero Escamillo? No, non si fa!

Ma quel che sembra a volte non è! E dovremmo sempre imparare a cercare risposte e motivazioni prima di giudicare…

In verità nei giorni seguenti ho discusso di Carmen a lungo, e mi sono accorta che quella considerazione, che anche a me è venuta d’istinto, è sbagliata o troppo frettolosa. Carmen è un’eroina moderna, diversa da tutte le altre che conosciamo, rappresenta la lotta tra libertà e possesso, tra desiderio e fuga.

Don Josè si inammora proprio della sua libertà, del suo essere ribelle e senza regole, ma poi vuole che diventi come lui la vorrebbe, la vuole cambiare e farla diventare ciò che lei non è e non potrà mai essere.
Lei dichiara subito chi è e quello che pensa:

L’amour est un oiseau rebelle
L’amore è un uccello ribelle

Que nul ne peut apprivoiser
Che niente può addomesticare

Et c’est bien en vain qu’on l’appelle
Ed è inutile che lo si chiama

S’il lui convient de refuser
Se decide di rifiutare

Si tu ne m’aimes pas, je t’aime
Se non mi ami, ti amo

Si je t’aime, prends garde à toi!
Se ti amo, stai in guardia

Carmen è attuale perché incarna in sé, a mio avviso, il tema della violenza sulle donne, del femminicidio. Carmen è la donna più amata, ma lei non vuol conoscere l’amore. L’amore è un sentimento incontrollabile e le impedirebbe di essere sé stessa.

Carmen oggi sarebbe una scarpetta rossa su una gradinata, una panchina rossa in un parco o una bambola sul “Wall of dolls”.

Sicuramente non è una donna facile. E’ ribelle e gioca con i sentimenti altrui, ma nessuna persona merita la morte solo per aver rifiutato “l’amore di un’altra”. Amore! Che poi dovrebbe essere volere il bene dell’altro/a, no?

Isomma il 6 luglio ho incontrato una bellissima Carmen all’Arena di Verona e vorrei tanto incontrarla d’ora in poi solo lì,….non sulle pagine dei giornali e alla televisione.

Molto male Don Josè!

Ho provato a immaginarti come mio coetaneo, compagno di classe o scuola,…cosa faresti nel mio mondo con i nuovi mezzi e la nuova tecnologia?

Nella “migliore delle ipotesi” la tua Carmen contemporanea, (o  Carolina, o Chiara o Valentina o Giulia) si vedrebbe pubblicare un post offensivo su un social con diffusione virale e sarebbe vittima di un Josè “cyberbullo”,…..e nella peggiore delle ipotesi? Attirata ad un ultimo appuntamento, potrebbe soccombere con l’acido, il fuoco o altro mezzo di morte senza neppure la consolazione delle note bellissime di Bizet di sottofondo. O come alcune delle mie coetanee presenti nei fatti di cronaca, potrebbero essere attirate al parco o a casa da un ragazzo che dice di amarle e poi venire prese in giro dal gruppo e filmate mentre lui le dice che in realtà è una sfigata e si dovrebbe solo ammazzare.

Ma pur non facendo finta che queste tragedie non accadano anche ai giorni nostri, voglio pensare ad un mondo di giovani ragazze e ragazzi sensibili, educati in famiglia e nelle scuole alla vita e che rispettano la libertà degli altri. Voglio pensare che raccontare e leggere queste storie serva. Che seguire i percorsi nelle scuole sia una forma di prevenzione utile e fruttuosa. Perché a Carmen, che in fondo è così attuale, nessuno deve più togliere il sorriso, nessuno deve più escluderla dalle chat di whatsapp e postare una sua foto nuda che doveva restare solo sul cellulare dell’ex fidanzatino.

Questo dipende anche da tutti noi ragazzi di oggi,  adulti di domani.”

Chiara Maione
Peer Ambassador