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Bellismo

Conformismo

CONFORMISMO: tendenza ad adeguarsi, spesso in modo acritico e passivo, ad opinioni, usi e comportamenti assunti dalla maggioranza o da gruppi particolarmente influenti.

E’ un atteggiamento molto diffuso tra gli adolescenti, che sono alla costante ricerca di conferme e di approvazione da parte dei loro pari.

Alla luce di questa definizione devi svolgere la seguente traccia: “Ti è mai capitato di modificare il tuo modo di pensare, di comportarti o di vestire solo per essere accettata dai tuoi coetanei o per ottenere la loro approvazione? Quali sono per te i simboli della tua generazione.”

Bene Chiara, mi sono detta, questo è l’argomento da sviluppare che ti ha assegnato oggi l’insegnante d’italiano, pare interessante, ……iniziamo…, ma svolgiamolo in modo che possa essere poi condiviso anche con i miei compagni, i lettori del blog di PrimaEffe Feltrinelli, con i ragazzi e ragazze che incontro nel mio essere Peer Educator nelle scuole di Milano con FARE X BENE.

E ho iniziato, forse peccando di  eccessiva sicurezza, ma potendo affermare che non credo di aver mai modificato il mio modo di essere e di pensare per trovare l’approvazione tra i miei coetanei.

La mia insegnante di arpa (ebbene si, suono l’arpa che non è che si possa proprio portare in giro sul tram!!) mi ha definito in un colloquio con mia mamma come una ragazza “monolitica”, che credo volesse esprimere il concetto di “tutta d’un pezzo”, con atteggiamento risoluto…. o magari voleva dire forse cocciuta?

Certo anche io ho le mie fragilità ma, nel bene e nel male, ho sempre cercato di pensare con la mia testa e non ho mai accettato il ricatto della falsa amicizia, perché credo davvero che “chi ci vuole bene sta con noi per quello che siamo e perché amicizia vuol dire anche comprensione”.

Si possono avere anche interessi diversi, non sempre popolarissimi (vedi l’arpa!!), ma questa diversità può solo arricchirci, se  lo vogliamo.

Spesso si sente dire che i giovani d’oggi sono conformisti, ma in fondo i giovani un po’ conformisti lo sono sempre stati.

Hanno sempre avuto dei modelli da seguire e delle mode di riferimento.

Partiamo se vogliamo dalla moda, dai pantaloni e dai tailleur di Chanel che hanno rivoluzionato l’abbigliamento femminile, alla minigonna di Mary Quant, ai paninari degli anni ottanta, fino agli oggetti “cool” propagandati dalle influencer di oggi.

In tanti casi  ci si è conformati a ciò che all’inizio così conforme non era (pensiamo ai pantaloni  per le donne per non pensare a temi più importanti politici, sociali etcc..).

Anche io figlia dell’età dei social e del marketing, ovviamente, sono influenzata e influenzabile ma l’importante secondo me, è che le mode non diventino un rifugio o un modo per emarginare gli altri.

Io scelgo sempre le cose che mi piacciono, a volte sono estremamente popolari a volte impopolarissime ( sto pensando, per esempio alla mia felpa che rappresenta la scuola di Atene di Raffaello con la quale per scherzare dico sempre, QUANDO LA INDOSSO, che sono un’opera d’arte), però piacciono a me!

Alla parola conformismo viene dato spesso un valore negativo, visto quasi come incapacità di pensare con la propria testa, di avere un’identità che non sia quella della massa.

L’anticonformista, al contrario, può essere quello che ha personalità, oppure il rivoluzionario.

Se mi viene chiesto di pensare ad un esempio di ragazza anticonformista, mi viene subito in mente Jo March di “Piccole donne”, romanzo di Louisa May Alcott.

Un romanzo che molti considerano “old fashion” ma che a parte l’ambientazione, durante la guerra di Seccessione Americana,  è davvero ancora molto attuale.

Io ho adorato Jo!  La secondogenita ribelle che non ha paura di rifiutare gli schemi che la società impone alle donne.

Il cui unico desiderio è quello di seguire i suoi sogni e affermarsi come scrittrice, non vedendo nel matrimonio, come invece tutte le ragazze dell’epoca, la felicità.

Questo personaggio ha tanto da insegnarci ancora oggi.

Non tanto perché è ribelle e impulsiva, ma perché crede che la felicità sia la realizzazione di sé stessi, e nel suo caso, della sua aspirazione di scrittrice.

“Le donne hanno una mente, un’anima e non soltanto un cuore. Hanno ambizioni e talenti e non soltanto la bellezza. Sono così stanca di sentir dire che l’amore e la famiglia sono le uniche cose per cui è fatta una donna”, dice Jo.

Sono le parole di una ragazza educata alla libertà e indipendenza valori veramente rivoluzionari per quel periodo!

Ma bisogna per forza associare alle parole conformista e anticonformista un valore o disvalore?

In fondo quello che conta, secondo me, non è il conformarsi a “qualcosa” ma a “che cosa” ci si conforma.

Se si segue un valore o un idea positiva…. Se si rispetta anche chi ha uno stile di vita diverso dal nostro.

Il conformismo, come abbiamo visto nella definizione, è prevalentemente attribuito all’età dell’adolescenza e della gioventù, l’età ponte tra la fanciullezza e l’età adulta.

In verità oggi assistiamo anche al conformismo di tanti adulti che, con il miglioramento delle condizioni  di vita, dovute al progresso della medicina estetica e non,  la cultura dello sport e del benessere, seguono l’idea del rimanere giovani ad ogni costo.

Così le mamme sembrano sorelle e le nonne quasi mamme!

Dove sono finite le rassicuranti nonnine dei libri di favole di una volta, con i capelli ingrigiti dall’esperienza, raccolti sulla nuca e impegnate a sferruzzare la sciarpetta di lana sulla sedia a dondolo.

Non ci sono proprio più! Ma forse anche noi ragazzi non le vorremmo più.

Quanto a me, per fortuna, sono dotata di autoironia e non mi prendo particolarmente sul serio.

Tutti, è naturale, amiamo il consenso di chi ci circonda, ma io penso sempre, prima di tutto, che ho una “Chiara che vorrei”…..

Se penso ai simboli della mia generazione, prima di tutto mi vengono in mente il telefonino, Instagram, le influencer e la famosa “guerra dei like”. Mi vengono in mente le prese in giro subite per questo da ragazzi e ragazze cyberbullizzati, esclusi dai gruppi social o dalle feste e dai luoghi di ritrovo dei loro amici e compagni di classe.

Non voglio demonizzare nulla, ma a questo proposito credo che la tecnologia offra tante possibilità e che la differenza la facciamo sempre e soltanto noi.

Non può e non deve essere tutto il nostro mondo…. ma  noi ragazze, con l’aiuto dei ragazzi certo, ancora oggi, come JO March, dobbiamo capire l’importanza di nutrire e coltivare le nostre aspirazioni e i nostri sogni.

Chiara Maione
Peer Educator FARE X BENE