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Un romanzo per gli occhi.
Manzoni Caravaggio e la fabbrica del realismo

Inesauribili promessi sposi

I promessi sposi sono il romanzo che forse meglio di altri rappresenta un intero arco di tempo della storia italiana, inserendosi pienamente negli anni dei moti rivoluzionari e dell’Unità dello stato. È quindi anche grazie a tale ruolo preminente che questo romanzo rappresenta una riserva inesauribile di indagini e studi, assecondando da una parte la sua ricchezza, dall’altra il fatto che esso rappresenta un documento che sembra non sentire lo scorrere degli anni e riesce così a fuggire a una sorta di “museificazione” che gli permette di divenire punto centrale di un preciso itinerario non solo storico ma anche culturale.

Il realismo visivo

Affrontare con decisione il romanzo pare allora rappresentare una via di accesso privilegiata al testo, e questo è reso manifesto anche da alcuni recenti contributi che tengono conto delle molteplici linee interpretative che il romanzo apre(…). Tra i recenti volumi riveste un ruolo molto importante il saggio di Daniela Brogi, contributo decisivo per comprendere ancora una volta la portata rivoluzionaria dell’opera di Manzoni, qui sottoposta ad un’indagine che ne mette in luce la natura del realismo e il suo rapporto con le immagini (…).Il concetto principale che guida il ragionamento di Brogi è quello di realismo e, con maggior precisione, di “realismo visivo”. I promessi sposi “parlano agli occhi, all’esperienza e alle emozioni dei suoi lettori” e lo fanno agendo con questo tipo peculiare di realismo, “empatico e visuale che consiste nella capacità di rappresentare, attraverso la composizione di un dettaglio, un mondo intero di pensieri e situazioni, attirando il nostro sguardo sugli oggetti della vita quotidiana” (…).

Manzoni e Caravaggio

Dentro la vita quotidiana Manzoni inscena e porta alla ribalta un’umanità che è in cerca di una nuova realtà, una nuova visibilità e una nuova espressione: così trovano spiegazione le rappresentazioni degli ultimi e degli esclusi, coloro che continuano a popolare il mondo subendo gli atti di forza e i soprusi della Storia ufficiale. È in questa giuntura che trova uno spazio decisivo il confronto con la pittura di Caravaggio (…). Attraverso questa chiave Brogi indaga il realismo manzoniano e la sua narrazione della “gente di nessuno” che acquista la sua concretezza, svestendo i panni del semplice decoro: questo modo nuovo di costruire e rappresentare la realtà, “una trama di chiaroscuri”, permette di vedere le cose per come esse sono e contribuisce a fondare il racconto moderno e il realismo.

Luci e ombre della storia

I promessi sposi sono un romanzo non solo realistico ma anche popolare, aspetto certo non nuovo all’interno della critica manzoniana, ma che trova in questo libro una nuova e per il momento definitiva sistemazione. Il parallelo tra Manzoni e Caravaggio sembra soddisfare numerosi spazi interrogativi del romanzo: questo lo si deve anche al ruolo preponderante che assume per entrambi il cristianesimo, in grado di “agire come un codice culturale capace di restituire visibilità e serietà prospettica a ciò che la storia aveva lasciato nell’ombra”. Grazie anche a questo procedimento gli umili diventano protagonisti di un romanzo popolare che, con le sue pagine e le sue immagini, tocca i luoghi più importanti della storia.

Matteo Moca

Le recensioni sono a cura di