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TARDA ANTICHITA' E ALTO MEDIOEVO IN ITALIA

In sintonia con linee storiografiche attuali, questa sintesi ha il merito
 di tenere insieme due periodi tradizionalmente distinti, conferendo centralità
 proprio alla transizione (uscendo inoltre
 dai confini del regno italico per dare il
giusto spazio al Mezzogiorno).

Le pagine dei due autori sono una risposta
 alla critica che è spesso rivolta alla migliore manualistica recente: cioè di non accompagnare le tesi innovative con una limpida “grammatica” dei fatti. Qui gli eventi sono esposti in ordinata successione e gli approfondimenti sono immessi nella trama della narrazione.

Alcune novità decisive non sono sviluppate appieno: ad esempio alla chiesa, pur ben definita come “confederazione di chiese locali, indipendenti l’una dall’altra”, è riservato uno sguardo per lo più imperniato su Roma. Altre trovano lo spazio opportuno, come le confluenze di civiltà nell’Italia longobarda, la territorialità delle circoscrizioni franche, la formazione di signorie di castello. Aiuta molto, in questi chiarimenti, la componente archeologica delle competenze di Marazzi. Le caotiche vicende dei secoli IX-XI sono esposte con chiarezza, arricchite da utili cenni sull’impianto complesso delle signorie locali (con poteri non solo sulle terre possedute ma anche su quelle altrui, senza necessaria coincidenza fra controllo economico e giurisdizione, in un “intreccio fittissimo”); e sullo “sbriciolamento del potere” che intorno al 1000 determina “rinnovamento profondo dell’aristocrazia” (con lo spegnersi di molti lignaggi di età carolingia e l’affermazione, spesso duratura, di nuove famiglie).

Giuseppe Sergi.

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