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Ritratti squisiti

I ritratti più affascinanti contenuti in questo libro sono quelli dedicati a san Francesco e a Lorenzo de’ Medici, esaltato per la sua scaltrezza; con il Tristram Shandy riesce a dire con invidiabile franchezza qualcosa sull’Inghilterra (di allora e magari d’oggi): “un paese inquieto, bizzarro, sregolato, eccentrico”. La parte più commossa e turbata è quella del retablo per Dostoevskji che, a dire di Citati, forse “non era vanitoso, ma solo cosciente del proprio talento, in un ambiente che non lo comprendeva e non lo riconosceva”. I cinque paragrafi sullo scrittore russo sono, in pratica, una breve ma veridica biografia da pubblicare a sé come strenna.

Non è un museo

Selezionando i classici, si potrebbe avere l’impressione che Citati abbia costruito un museo, ma non è così. In verità, una scelta talmente severa è un giudizio sull’attualità, un rimprovero; e, del resto, come metteva in guardia Segre: “Guai se la critica si occupasse solo della contemporaneità, lasciando il passato agli eruditi” (…). E poi Citati non ne è per niente intimorito, anzi, il suo understatement, tipico di molti galantuomini siciliani, si scioglie in non pochi ragionamenti spassosissimi.

L’autoritratto

Riedizione, dunque, di storie (storie di libri, beninteso) che a volte si accentrano sulla trama e le gesta dei personaggi; e altre, ben volentieri, si adunano attorno allo scrittore. E poi c’è lo stile. Il tono brioso del passo su Sterne si mette da parte quando è vantaggioso essere quieti o addirittura mesti, come con Virginia Woolf. L’amplissima eleganza, la puntualità del tecnico, la lussuria del pettegolezzo vengono sottolineate dall’uso malizioso, e a volte sibillino, dei due punti: quasi un sigillo come il circonflesso di Contini. Il rischio di tanto talento, manco a dirlo, è quello dell’autoritratto; ma che ben venga. A me è rimasta l’immagine d’un uomo “cortese e ardito, ma sdegnoso e solitario e intento allo studio” (Dino Compagni su Cavalcanti nella Cronica). Un volto, si capisce, affatto libresco e demodé.

Gandolfo Cascio

 

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