Prima Effe

Bellismo

Innamorarsi-per-la-prima-volta-GL

“Prof ma quanto male fa innamorarsi?”

 “Prof, ma perché innamorarsi fa così male?”, mi chiese a bruciapelo Elisa durante l’intervallo.

“Elisa perché mi fai questa domanda? Cosa è successo, stai male?”

“Mi sono innamorata di Marco e gli ho scritto. Gli ho chiesto se voleva stare con me e lui ha messo la crocetta sul SI. Poi dopo una settimana mi ha detto che gli piaceva Ilaria e che potevamo restare amici. I suoi amici mi prendono in giro, dicendo che sono una sfigata perché gli piango dietro. Prof. Quando smette di fare male?” riuscì a finire la frase per poi fermarsi con gli occhi pieni di lacrime.

“Sai, la prima volta che ho sofferto per amore io me la ricordo ancora, una sensazione terribile,  mi sembrava  di morire. Credevo che non avrei amato più, che nessuno mi avrebbe più voluto bene e vedevo tutto grigio e spento. Poi è arrivato un ragazzo nuovo a scuola e tutto è tornato a colori.
Fa male a tutte le età e se tu oggi hai voglia di piangere non vergognarti e non ascoltare i commenti altrui. Non avere fretta e rispetta te stessa, non cedere alle pressioni o alle richieste che non ti senti di condividere e che non ti vedono pronta. Tieni a mente ciò che sei e porta avanti e difendi le tue scelte senza modificarle solo per andare dietro al branco.”

Avevo tanta voglia di abbracciarla, di dirle molto di più, di dirle che quando a 15 anni mi ero innamorata di Giacomo ero timida, impacciata, sovrappeso e sempre a casa a studiare. Ero in prima superiore ed erano le prime volte che uscivo con le compagne di scuola.

Lui si accorse di me ad una festa e mi baciò durante un ballo lento, da film, per poi mollarmi dopo una settimana, nello stesso modo subìto da Elisa, ma aggiungendo di non buttarmi sotto una macchina per il dolore. Avrei voluto abbracciarla e raccontarle di me, ma da insegnante non potevo e non posso.

La nostra figura è quella di professionisti capaci di educare e trasmettere nozioni e cultura, ma anche di far comprendere ai ragazzi i valori e le qualità che un futuro cittadino deve avere, nel rispetto dei propri diritti-doveri, dei propri talenti, delle proprie responsabilità e competenze.

E ne ho parlato, quindi, con l’insegnante di italiano per capire come affrontare il tema in classe e aiutare tutti i ragazzi, non solo Elisa, a capire se stessi e a capirsi meglio tra loro. Nelle scuole i docenti sono spesso soli e impreparati su queste tematiche e non ci non ci si può limitare, come spesso accade,  a fornire ai ragazzi una serie di semplici istruzioni di educazione sessuale, mentre è sempre più necessaria un’educazione affettiva che sappia abbracciare tutti gli aspetti della persona, accompagnare i giovani nella loro maturazione psicofisica e a riconoscere il valore della corporeità e delle relazioni.

Se l’identità giovanile appare sempre più incerta e anche i genitori e gli educatori vivono lo stesso senso di disorientamento, l’adolescente è dunque lasciato solo nel suo processo di crescita.

Genitori, insegnanti, professionisti e associazioni ed enti, devono unirsi pensando, come diceva Saint-Exupéry ne Il Piccolo Principe, che “tutti i grandi sono stati bambini una volta, solo che pochi di essi se ne ricordano.”

Non si ricordano spesso di quanto l’innamoramento sia una delle esperienze più belle che un essere umano possa vivere, una novità sconvolgente, la più ricca di emozioni contrastanti, gioia, eccitazione, entusiasmo, ma anche gelosia, disorientamento, paura, gelosia. E immaginarsi tutto ciò nell’era dei social e del web dove tutto è pubblico e condiviso!!

La maggior parte degli adolescenti oggi vive tale esperienza più di una volta, a dimostrazione di quanto l’adolescenza sia un periodo di intensa sperimentazione e noi adulti di riferimento dobbiamo essere pronti ad affiancare i ragazzi con competenze educative ed affettive, pronti a trascorrere e condividere tempo con loro, facendoci aiutare se servisse anche da professionisti ed educatori preparati, autorevoli e con esperienza sul campo.