Prima Effe

Bellismo

DIETRO LE QUINTE DI FARE X BENE

Nascere gemelli, fratelli gemelli si intende, è un qualcosa che ti segna, per sempre. Ti abitui fin da subito che non si è soli, neanche nel ventre materno. Quando poi nasci seconda, e sgusci fuori in punta di piedi, perché diciamoci la verità, IL PIU’ E’ FATTO, allora impari che esserci, senza apparire troppo e farsi sentire, senza urlare, è bellissimo, lo stesso.

In casa si racconta che la prima nata, la sorella gemella appunto, era più la grande, la più bella, con più capelli e paffutella e le leggende famigliari narrano che quando la tata presentava le gemelle, (perché la mamma, bellissima ed elegantissima, attendeva in salotto con le amiche) essa riportava due volte la prima, era la migliore da mostrare, tanto, chi se ne accorgeva? i vestiti si regalavano identici ed era normale che le gemelle fossero, spesso, indistinguibili. La seconda nata, più piccola, un po’ grinzosetta e meno florida, restava in culla, tanto era talmente buona che non protestava mai.

Gemelle: non esistevano i nomi propri, erano sempre e per tutti “le gemelle”: un’unica entità. Solo anni dopo, parlando con le amiche si sono rese conto, stupendosi loro stesse, che parlavano entrambe, sempre, al plurale. “Noi facciamo…, noi andiamo, …dai mangiamo, eccetera eccetera”, non esisteva il singolare. Solo il plurale.

Quando cresci al plurale, ti vengono naturali due cose: amore per lavoro d’equipe e poco interesse per l’apparire. Qualità importanti per il lavoro che faccio.

Io faccio quella che sta “dietro le quinte”, nella nostra bellissima associazione, FARE X BENE.       

L’associazione, infatti, organizza moltissimi progetti di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole milanesi e di tante altre città italiane, e anche numerosi eventi per la collettività, per i giovani e per i loro adulti di riferimento.

Vogliamo cambiare una parte di mondo, almeno, ci proviamo.

Abbiamo anche noi la nostra piccola Greta con le trecce, si chiama Chiara e non è neanche tanto piccola, anzi piuttosto stanga, frequenta la terza media alla Iqbal Masih ed è una forza della natura. La stiamo crescendo a pane e peer education, la stiamo preparando a parlare ai suoi pari sui temi a noi più cari, ma non è difficile. Quando parte, nessuno la ferma più.

Abbiamo pure una condottiera – e mi raccomando, usiamo il termine al femminile, se no, chi inneggia alla parità ci riprende – anima e corpo di FARE X BENE, Giusy è la prof alternativa, quella che insegnando il francese ti insegna la vita, e poi, insomma, pazienza se il passé composé non si ricorda alla perfezione, che guardino il futuro i nostri ragazzi e ne costruiscano uno privo di odio e violenza.

Ecco, le Chiare e le Giusy sono quelle che stanno sul palco, davanti alle quinte, quelle che coinvolgono, trascinano, muovono e smuovono, fanno “stalking sociale”, quello buono, a fin di bene, per cambiare le cose e fare la differenza. Sono quelle che parlano in pubblico senza mettersi in cattedra, neanche in classe, per carità, quelle che arrivano al cuore dei ragazzi (e glielo fanno aprire), quelle che ci mettono la faccia e non solo.

Ma il progetto più bello, più complesso e più innovativo, ha bisogno di lavoro dietro le quinte. E ne serve tanto. Quello che c’è, ma non si vede.

Stare dietro le quinte in una associazione come FARE X BENE significa tenere le fila di tutti i progetti, tenere i contatti con tutti gli esperti che gravitano intorno ad essa: interni, come la squadra del famoso Comitato Scientifico, cuore pulsante di FARE X BENE costituito da un nutrito gruppo di originali psicologhe, una gentile avvocatessa, uno stratega della comunicazione social e una preziosa magistrata, ed esterni, che via via si alternano per fare di un progetto, un progetto SPECIALE: insegnanti di teatro appassionate di fiori di Bach, chef blogger viaggiatori che ci aspetteremmo vip ma che invece sono una delizia, registi amici che producono per noi vera poesia, sportivi di due metri che lottano contro la violenza sulle donne –  l’unica che rende l’uomo davvero piccolo – e persino un poliziotto cantante rap definito, da taluni “troppo politically correct” per sbarcare a Sanremo. E i bravissimi e coinvolgenti scrittori Feltrinelli che dalle pagine dei loro libri approdano con noi sui banchi di scuola e coinvolgono con i loro laboratori di lettura e scritture, l’importanza dell’uso e del “peso” delle parole dette e ascoltate.

Esperti che vanno e vengono, ma molto spesso arrivano e restano, legati a noi e ai nostri progetti e che con noi percorrono un bel pezzo di strada.

Dietro le quinte significa anche tenere i contatti con le scuole, contattarle, incontrarle, corteggiarle, convincerle, programmare e riprogrammare, fare i salti mortali per incontrare date e disponibilità di tutti. Poi rifare tutto per colpa di un antipatico virus arrivato da lontano.

Dietro le quinte è anche non esserci (quasi) mai in foto, perché qualcuno – le foto – le deve pur fare e anche se non sempre bellissime, testimoniano il lavoro, quello sì, bellissimo, che facciamo, ogni giorno.

Dietro le quinte è anche avere un gentile signore, Luigi, non più giovane e con il baffo bianco, amico da una vita della nostra combattiva condottiera, sempre pronto a mettersi a disposizione quando serve una mano in più.

Dietro le quinte sono tutte le persone che ci sono e non si vedono, non si sentono (a volte sì!!) ma che con la loro passione cambiano le cose e permettono che le cose accadano, affiancando chi sta in prima linea e formando una squadra, un vero team.

Queste righe sono dedicate a tutti i fratelli gemelli, ovviamente, e a tutti quelli che la mattina si alzano desiderosi di contribuire a fare qualcosa di bello,  felici di esserci e non necessariamente di apparire.

Clara Riccadonna
Responsabile di tutti i dietro le quinte di FARE X BENE e di tanto, tanto altro…