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US Department of Education

Buone notizie dagli Stati Uniti: educare e vincere contro il bullismo si può!

Recenti analisi statistiche svolte negli Stati Uniti dal Dipartimento dell’Educazione (US Department of Education) hanno rilevato il forte calo del numero di studenti che hanno subito atti di bullismo: in 10 anni, dal 2007 al 2015, si è passati dal 31,7% al 20,8% di studenti, in età compresa tra i 12 e i 18 anni.

L’altro dato molto positivo emerso dall’indagine, è quanto questo calo sia direttamente correlato all’importante processo di educazione e prevenzione messo in atto negli ultimi anni negli Stati Uniti, dato che ci fa ben sperare e lavorare sempre di più e meglio in questo senso anche in Italia.

Nel nostro Paese, infatti, partendo anche da quanto avvenuto all’estero, sono stati attivati molte iniziative e cambiamenti che hanno messo al centro dell’attenzione questa vera e propria problematica sociale.

L’introduzione di normative specifiche, la definizione della figura di un docente responsabile per il bullismo all’interno di ogni istituto scolastico italiano, le attività delle Onlus e degli enti e istituzioni specializzati, sono stati e saranno gli strumenti di riferimento fondamentali per il cambiamento delle nuove generazioni e dei loro adulti di riferimento.

Interessante a questo proposito, è leggere insieme alcuni dati dello studio americano, dai quali emerge anche che:

  • dal 2007 al 2015 si è ridotta dal 9,7% al 7,2% la frequenza di atti intimidatori;
  • la percentuale di ragazzi che hanno denunciato atti di bullismo è passata dal 6.6% del 2007 al 4,2% del 2015;
  • molti più teenagers hanno raccontato ai loro adulti di riferimento di aver subito atti di bullismo: dal 36,1% del 2007 si è arrivati al 43,1% in 2015.

La percentuale di ragazzi che subiscono atti di bullismo è ancora molto elevata in America (in Italia i dati del Censis del 2016 rilevano come nel 50 % delle scuole italiane si verifichino atti di bullismo e 1 ragazzo su 10 che subisce atti di cyberbullismo tenti o abbia tentato il suicidio) e molto lavoro andrà fatto, ma questi dati dimostrano quanto sia importante e fondamentale il lavoro di educazione e sensibilizzazione per riuscire a fare la differenza e invertire la tendenza negativa.

Attraverso il mio lavoro di docente e quello di ideazione e realizzazione di campagne di sensibilizzazione su media e social media e il costante lavoro di prevenzione e educazione scuole con FARE X BENE, mi sono sempre più resa conto di quanto sia necessario un vero e proprio cambiamento sociale e culturale: dobbiamo sempre più circoscrivere e far emergere questi comportamenti, non lasciando sole le vittime di bullismo, ma educandole a riconoscere il fenomeno e a parlarne e affrontarlo, attraverso la diffusione di strumenti e risorse educative, psicologiche e legali, valide per loro, le loro famiglie e i loro insegnanti.

L’Italia sta facendo un grosso lavoro in questo senso e l’esempio americano sarà un altro sprone a migliorare sempre di più il nostro sistema educativo e valoriale, contribuendo a rendere la nostra società un luogo più sano e accogliente per tutti.

Il contenuto di questo articolo è liberamente tratto e tradotto dall’articolo della D.ssa Claire McCarthy, MD , Faculty Editor, Harvard Health Publishing, e integrato da Giusy Laganà
insegnante, scrittrice e Segretario Generale di FARE X BENE Onlus