Prima Effe

Bullismo

Anche quest’anno in Sicilia, come nel resto di Italia, il rientro a tra i banchi di scuola per ragazzi e ragazze ha  unito due sentimenti contrapposti: all’entusiasmo per i nuovi compagni, per gli amici ritrovati, e la noia di dover trascorrere per mesi i pomeriggi a fare i compiti invece di giocare, è ritornata puntualmente, per molti purtroppo, la paura di essere derisi, di essere presi in giro dai compagni, di essere giudicati per il proprio aspetto o le proprie caratteristiche di personalità. I ragazzi e le ragazze con cui ho avuto modo di parlare nelle scuole, nel corso degli anni, mi hanno parlato del BULLISMO come di un vero e proprio incubo.

Chi è vittima di continui attacchi da parte dei pari, soprattutto a scuola che è il luogo in cui i giovani passano la maggior parte del loro tempo, si sente demotivato, spesso piange, perde fiducia nelle proprie capacità e in sé stesso, diventa nervoso, perde la fiducia nell’altro, è impaurito.

Questo può portare le vittime di bullismo ad affrontare le giornate a scuola con un livello di ansia elevato, con la sensazione di dover fare attenzione a quello che si fa e a quello che si dice per paura di non essere all’altezza delle aspettative sociali a cui sentono di doversi adeguare per essere accettate.

Essere bullizzati stanca, le energie che i ragazzi dovrebbero incanalare positivamente nel bisogno di conoscere con entusiasmo sempre cose nuove, vengono sopraffatte dalle emozioni negative legate al rapporto con i compagni di classe. Questo, spesso e volentieri, non solo può rendere la vita dei giovani un inferno personale, tuttalpiù legato al delicato momento adolescenziale che attraversano, ma può anche influire negativamente sul rendimento scolastico.

Spesso i genitori si accorgono che i propri figli non studiano, sono svogliati, non rendono nonostante gli sforzi e le ore passate sui libri. E altrettanto spesso non si spiegano come sia possibile che questo accada: beh, miei cari genitori, se notate che i vostri figli tornano da scuola stanchi, demotivati e scoraggiati, prima di tutto avvicinatevi a loro e cercate di parlare con delicatezza senza essere troppo invadenti, ma fatelo altresì con il dubbio che forse hanno delle difficoltà con i compagni di classe e magari, purtroppo, possano essere vittime di bullismo.

Questi ragazzi e ragazze, poi, sono spesso quelli che camminano per la scuola guardando per terra, che non intervengono in classe: sono timidi e non raccontano nulla ai genitori in merito alle difficoltà che possono riscontrare con i compagni. Tendono a tenere tutto per sé perché anche confidarsi con qualcuno genera in loro l’ansia che i bulli possano venirlo a sapere. Naturalmente a farne le spese sono solo ed esclusivamente le vittime che, spaventate da quello che accade, non parlano con gli amici, con i genitori e neanche con gli insegnanti che spesso giudicano il loro rendimento senza accorgersi che ci sono altri problemi non strettamente legati allo studio.

Dunque i genitori e gli insegnanti come possono aiutare i ragazzi ad uscire da una situazione debilitante già nei primi mesi scolastici? E come una vittima di bullismo può reagire al problema?

Per prima cosa sia i genitori che gli insegnanti dovrebbero fare attenzione a quei piccoli segnali che possono far sorgere in loro il dubbio che non si tratti solo di svogliatezza se un ragazzo ha uno scarso rendimento scolastico, ma che ci sia una difficoltà di relazione e una sofferenza legata alla mortificazione che i bulli perpetrano giornalmente sulla vittima.

E’ importante parlare a scuola di bullismo, avvalendosi di figure esperte che possano educare i ragazzi e informare gli insegnanti sul fenomeno. In tal senso è utile attivare dei progetti che si occupino della tematica del bullismo e del cyberbullismo, avere fiducia negli psicologi e nei legali che sono informati ed esperti sul fenomeno.

Bisogna aiutare i giovani a credere nelle loro capacità e dedicare del tempo pieno in classe all’importanza di essere sé stessi perseguendo i propri ideali.

Se siete invece vittime di bullismo, ragazzi e ragazze, sappiate che non siete voi quelli ad essere fuori posto e a sbagliare qualcosa, ma chi vi prende in giro procurandovi enormi sofferenze.

  • Parlate con degli adulti di riferimento che possano aiutarvi a risolvere il problema.
  • Abbiate sempre fiducia nel prossimo e non perdete di vista chi siete e quanto sia preziosa la vostra unicità.
  • Siate artefici del cambiamento, non chiudetevi in voi stessi, intrecciate relazioni soddisfacenti anche al di fuori della scuola dedicandovi ad attività extrascolastiche che possano soddisfarvi.
  • Non vergognatevi, non abbiate paura.
  • Nessun altro è come voi, questa è la vostra grande ricchezza!

Giovanna Schittino
Psicologa e psicoterapeuta