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Politicamente bizzarro e socialmente eterodosso

Figura problematica da
collocare nel panorama di un’età romantica poliedrica di Shelley, già prima della sua morte tragica nel 1822, risultava difficile valutare la statura e la rilevanza: era un poeta sconosciuto ai più, le cui opere avevano poco impatto sul più ampio dibattito letterario, e un personaggio politicamente bizzarro, socialmente eterodosso, promotore di idee e principi eccentrici. La stessa Mary Shelley, dopo aver visto morire il marito, numerosi figli in tenera età e vari amici della loro cerchia, sembra aver voluto per l’unico figlio superstite una vita del tutto diversa da quella del padre, e avrebbe esclamato: “O Dio, insegnagli a pensare come le altre persone”.

Un’edizione accurata e accessibile

Ora, grazie allo sforzo di Francesco Rognoni e dei suoi collaboratori, Shelley dispone in Italia di una raccolta che lo presenta in modo omogeneo, strutturato e accessibile a letture diverse. Al curatore e ai collaboratori va riconosciuto il merito di aver condotto a buon fine la prima parte di un’impresa monumentale (e rischiosa), basata su principi di affidabilità filologica e accuratezza critica, ma anche capace di assicurare una lettura agevole a un pubblico non necessariamente interessato ai primi due aspetti. I testi sono disposti in ordine cronologico, sebbene con qualche interessante licenza, come segnala il curatore. L’introduzione al volume trasporta nell’universo di Shelley con sensibilità e acume critico, presentando agilmente le molte sfaccettature di un autore irrequieto, in costante ricerca, dall’impegno politico alle vicissitudini esistenziali, dagli interessi culturali molteplici alla sperimentazione letteraria ininterrotta. Qui, come dappertutto nel volume, il lettore è guidato con mano sicura ed esperta. Le note ai testi e quelle di commento in fondo al volume sono ricche, ma non sovrabbondanti, ovvero soddisfano e non appesantiscono chi legge. La cronologia in apertura è di fatto una biografia densa di citazioni dalle lettere e altre fonti. Le riuscite traduzioni ritmiche instaurano un gioco coinvolgente di echi e rimandi con gli originali.

Interprete inquieto dei suoi tempi e dei nostri

L’edizione restituisce al poeta vitalità, ampiezza e complessità, permettendoci di tornare a conoscerlo come interprete eclettico, inquieto e controverso dei suoi tempi, ma anche – e non deve suonare scontato – dei nostri. E questo, grazie alla sua visione della natura essenzialmente politica del reale, ovvero alla consapevolezza dei meccanismi di potere che regolano i rapporti umani; alla sua concezione dell’amore come forza generatrice, strumento di conoscenza e veicolo di cambiamento; alla sua visione panoramica e cosmica intrecciata all’attenzione per la pulviscolarità dell’esperienza individuale; e infine, grazie a quel suo visionarismo che è espressione di una volontà di ricomprendere la molteplicità del reale in una prospettiva aperta sia all’universale sia allo specifico e capace di innescare trasformazioni e cambiamenti veri. Bentornato Percy Bysshe Shelley.

Diego Saglia

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