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UN’ODISSEA

Un padre, un figlio
e un’epopea

L’anello di una catena infinita

L’Odissea è un’opera da sempre oggetto di imitazioni, riduzioni, riscritture, parodie, trasposizioni in altri media.Ma spesso le riappropriazioni diventano a loro volta modelli, come per questa nuova riscrittura, non a caso intitolata Un’Odissea a significare il suo essere uno degli anelli di una serie infinita di variazioni.

 

Una crociera a tema nel mediterraneo

Daniel Mendelsohn è un professore di greco. Il memorabile ed epico padre Jay Mendelsohn, a 81 anni, decide di seguire un suo corso sull’Odissea al termine del quale accompagnerà il figlio in una crociera a tema nel Mediterraneo sulle tracce di UlisseLa vita descritta nel romanzo, così come il poema spiegato a lezione, è costellata di deviazioni, imprevisti, risvolti e conseguenze inattese. E così al ritorno tutto improvvisamente precipita per una banale caduta del vecchio Jay nel parcheggio di un grande magazzino. La nuda banalità del tragico, si sovrappone e completa i dolorosi naufragi di Odisseo. Questo il semplicissimo intreccio, pochi altri i personaggi caratterizzati. Tutto esplicitamente reale e diaristico, improntato a un’esattezza assoluta.

 

Una scintilla prodigiosa

Ma vi è un ulteriore ingrediente che rende il romanzo efficace oltre che godibile. Mentre si svolgono questi eventi , il narratore racconta e spiega l’Odissea di Omero. È una scintilla, una sola ma produce un evento magico: spiegare Omero, citare interi versi e farne un’esegesi attenta, e nel frattempo raccontare le vicende minime di una storia familiare qualunque diventa infatti una miscela prodigiosa. La narrazione del rapporto padre-figlio si riverbera nella spiegazione della funzione eroica di Odisseo e Telemaco; il viaggio e i dialoghi familiari dei primi sono strumento ermeneutico per capire le avventure e le scelte del protagonista. Interpretare l’Odissea diventa l’oggetto non di un saggio critico ma di un racconto esistenziale; il lettore è guidato da una mano robusta e sicura attraverso questioni e problemi intricati, in genere lasciati alle discussioni spesso esoteriche degli addetti ai lavori.

 

Un nuovo archetipo del narrare

Il livello del realismo narrativo del romanzo è impressionante, soprattutto se rapportato agli effetti che produce sul lettore. Azioni, eventi, dialoghi e gli stessi pensieri o parole riportate sono volontariamente esibiti nella loro nuda e scarna autenticità, sia nel registro narrativo della trama sia in quello descrittivo della spiegazione e interpretazione del testo omerico.

Con un romanzo che resterà come modello e nuovo archetipo del narrare – e della possibilità di riscrivere un capolavoro – Mendelsohn ci ha regalato una preziosa rilettura dell’eterna vicenda di questo rapporto attraverso una originale e altrettanto preziosa rilettura critica del poema fondante l’universo romanzesco. Non possiamo che essergliene grati.

 

Alessandro Iannucci