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NELLA TUA BREVE ESISTENZA Lettere 1919-1926. Diari di Ada Prospero Gobetti 1919-1926

È quanto mai benvenuta una nuova edizione di Nella tua breve esistenza. Lettere 1919-1926, curata da Ersilia Alessandrone Perona e non più disponibile dal 2008, specialmente rispetto all’attuale clima mondiale di sfrenato e distruttivo nazionalismo.

 

Piero Gobetti aveva solo diciassette anni quando scrisse la
 sua prima lettera ad Ada 
Prospero, allora sedicenne. Eppure, se leggiamo 
una dopo l’altra le lettere 
fra questi due giovani, il cui corteggiamento
 avrebbe avuto di lì a poco 
un corso strettamente parallelo all’ascesa al potere
di Benito Mussolini, cominciamo a capire il crescente controllo dello stato fascista sulle vite dei suoi cittadini.

 

Dopo la marcia su Roma dell’ottobre 1922, Piero non perse tempo nel rendere apertamente pubblica la sua opposizione a Mussolini. Ada offrì una testimonianza in prima persona della brutalità dei fascisti. Nel febbraio 1923, al loro ritorno dal viaggio di nozze, i fascisti arrestarono Piero insieme a suo padre e al tipografo che stampava “La Rivoluzione Liberale”. Quando Piero invocò le dimissioni di Mussolini dopo l’assassinio di Giacomo Matteotti una squadraccia fascista comparve sotto la loro casa e aggredì Piero così gravemente da fargli subire una permanente lesione cardiaca.

 

Un decreto del novembre 1925 gli impose di cessare ogni attività editoriale e quasi nello stesso periodo ebbe un attacco cardiaco. Un mese dopo nacque il figlio, Paolo. Piero decise di andare in esilio a Parigi, dove erano già fuggiti numerosi altri intellettuali antifascisti, e di lì continuare a pubblicare. Ada doveva raggiungerlo. Poco dopo il suo arrivo a Parigi, tuttavia, Piero contrasse una bronchite. Morì il 16 febbraio 1926, lasciando soli Ada e il loro bambino.

Non aveva ancora venticinque anni. La nuova edizione di Nella tua breve esistenza aggiunge anche una lettera del 16 agosto 1920, trovata tra le cose di Ada in quella che fu la sua casa di Reaglie, e due piccoli taccuini di Ada del 1919 e 1920. È notevole il valore delle lettere e dei diari nel documentare la crescita di Ada nella sua individualità, la sua scoperta delle proprie forze indipendentemente da quelle di Piero, e la sua significativa influenza su di lui. (…).

Il 21 novembre rifletteva sulla disciplina e sull’angoscia che le procurava lo studio della filosofia (suggerito da Piero): “Non è vero che io abbia accettata la mediocrità. Non si è solo grandi intellettualmente o artisticamente. C’è anche la grandezza morale. Questa la vado con fede conquistando ogni giorno. Ed a questa non rinuncerò mai”. Una sera poco dopo la nascita di Paolo, Ada e Piero fecero una lunga passeggiata mentre il bambino dormiva, girovagando per le stesse strade dove usavano andare per stare soli quando erano fidanzati.

Ada ricordava come Piero riconoscesse ciò che significava per lui: “Che importa che tu fossi una piccola creatura ancora un poco inconscia? Tu mi hai insegnato una cosa che da solo mai avrei potuto imparare: il sacrificio. Non avevo avuto educazione morale e in te e per te ho trovato agevolmente il mio superiore mondo morale. La mia esperienza era tutta intellettuale, libresca e tu mi hai comunicato l’ansia degli affetti e il vittorioso palpito della vita: la mia volontà era rigida e fredda e tu l’hai illuminata con il tuo ardore e la tua devozione; la mia anima era arida e vuota e con il tuo sorriso tu mi hai insegnato a benedire la vita. In te veramente ho trovato la giustificazione di tutta l’opera mia: poiché posso rinnegare, sacrificandolo a te, il freddo meschino amore di me stesso”. Infine, l’appunto del diario di Ada dopo aver saputo della morte di Piero mostra tutta la sua generosa devozione a lui: “Se invece di essere anche la compagna del tuo pensiero e della tua fede, fossi stata soltanto la tua donna, avrei voluto e saputo trattenerti: e forse nulla sarebbe successo. Ma allora non ci sarebbe stato il nostro amore, il nostro amore così alto e perfetto, quasi divino”.

Jomaire Alano

 

 

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